28 Ott Il nostro viaggio da sogno: immersi nella Lapponia finlandese
Tre anni fa stavo organizzando quello che sarebbe entrato in un attimo nella mia top three dei viaggi più belli di tutta la vita (fino ad ora, almeno, perché voglio sperare me ne restino almeno altrettanti di anni di vita, per farne il doppio, di viaggi): la Lapponia finlandese. Strano a dirsi, ma i viaggi più avventurosi li ho fatti proprio da quando ho figli. Di solito non è il contrario, che con i figli piccoli si sta a casa o comunque si scelgono mete più tranquille? Per noi non è stato così: Elia ha preso il suo primo volo a 5 mesi, direzione Parigi, tanto per fare un test. A un anno e mezzo abbiamo osato l’intercontinentale, direzione Maldive (esperienza ripetuta con Nina a sei mesi e mezzo), a due anni con il Pacchero siamo volati in Messico, poi New York, Abu Dhabi e Dubai e tanti altri viaggi. Ma di questo vi parlerò un’altra volta, cioè a dire il vero dico sempre così, poi non ho mai tempo di farlo, ma stavolta promesso.
Oggi, invece, vi parlo di questo: 3 anni fa, a quest’ora, il mio sogno appena diventato tale stava per avverarsi: un viaggio nella Lapponia finlandese in pieno inverno, a dicembre per l’esattezza. Che non programmo mai niente nella vita l’ho già detto tante volte, vero? Ecco, io non ho mai sognato di andare in Lapponia, al freddo, a dicembre. Semmai a dicembre sogno il mare, il caldo, un’isola deserta e un cocco in mano. Fino a quel giorno in cui, scrollando la home di Facebook vedo questa foto (Fonte: https://www.facebook.com/kakslauttanen/).
E decido che è il mio sogno da realizzare subito. Ora. Adesso. Lo voglio. Io sono così, come quando vedi una cosa in negozio e non puoi aspettare i saldi. La gioia la voglio subito, che domani chissà cosa succede. Meglio la gallina oggi sempre. E soprattutto non c’è tempo per mettere da parte soldi che non sai neanche se domani potrai più spendere, se ci sarai o no, se la tua banca fallirà e perderai tutti quei pochi spicci che hai. Oggi li spendo, domani si vedrà. Mood della mia vita. Comunque, dicevo, decido che voglio andarci e mando un messaggio ad Andrea: “Andiamo qui?” con foto allegata. Risposta “Ok”. Io lo amo anche per questo. Partono le mie ricerche online per capire dove si trova, come arrivarci, se esiste davvero o è solo una leggenda, quanto costa, se c’è posto e così via. Scopro che esiste: si chiama Kakslauttanen Arctic Resort e si trova immerso nella Lapponia Finlandese, precisamente a Saariselkä, circa 250 km oltre il Circolo Polare Artico. Scopro anche che è impossibile prenotare attraverso il loro sito web, sembra sia tutto sold out fino al duemilasempre, anche se io, forse, ero un po’ troppo ottimista visto che era già ottobre e noi saremmo andati ad inizio dicembre (sempre perché non programmiamo, ovvio). Mando mille mail ma non capisco le risposte, inizio a cercare i voli e capisco che arrivare lassù non è poi così complesso. Basta andare ad Helsinki e da lì prendere un volo interno per Ivalo: Saariselkä si trova a circa trenta minuti di auto da lì. In tutto ciò, però, vanno considerate alcune cose: lassù a dicembre è buio più meno tutto il giorno, fa molto freddo (circa venti gradi sotto zero), la neve è alta e perenne e tra un paese e l’altro ci sono kilometri di nulla. O meglio, kilometri di ‘grande foresta’.
Tutte queste considerazioni, unite al fatto che Elia all’epoca aveva solo 3 anni, ci fanno optare per un’agenzia viaggi e tutte le tutele del caso. Viaggiare con i bambini è sempre un’ottima idea e si può andare ovunque, ma avendo tutte le accortezze per rispettare loro, i loro tempi e le loro necessità.
Dopo meno di una settimana, credo, il nostro viaggio era pronto e prenotato. L’unica cosa che avrebbe potuto rovinare tutto era qualche malanno di stagione dato in dono dall’asilo. Ma stavolta no, caro asilo e cari untori, non saremo vostri: ho tenuto Elia a casa per una settimana prima di partire per scongiurare il finimondo. Lo so, sono pazza e pure ipocondriaca non solo verso di me, ma verso tutti i membri della mia famiglia. Ma le mamme lo sanno: i figli stanno male nei week end, a Pasqua, Natale, Capodanno, al tuo compleanno, al loro, il giorno prima di partire per le vacanze.
Mia madre mi dice che forse siamo pazzi a portare Elia in un posto del genere, che potrebbe venirgli un colpo per lo sbalzo termico e altre cose spaventose. Come sempre, quando stranamente non ho l’ansia per qualcosa, ci pensa lei a mettermela. Mi convince addirittura a chiamare la pediatra per chiederle un consiglio, perché magari, penso, siamo davvero pazzi noi. Ma la pediatra mi conferma che è pazza mia madre e altre cose ovvie che non è che non avessi già pensato, tipo non farlo congelare, tenere i piedi sempre caldi e soprattutto asciutti e così via. Ok, allora si parte.
Lapponia finlandese a dicembre: il viaggio
Dopo poche ore di volo arriviamo ad Helsinki e trascorriamo lì una giornata per spezzare il viaggio. Helsinki è deliziosa: ovunque si respira quell’atmosfera nordica che io amo, in piazza ti puoi sedere sopra una pelle di renna nei tanti chioschetti in legno che offrono l’opportunità di riscaldarsi con bevande calde. Puoi fare un giro tra le bancarelle che vendono abbigliamento tipico o fare un giro nei meravigliosi negozi in stile scandinavo. Puoi anche farti un bagno nelle piscine naturali all’aperto ma, per quanto mi riguarda, sarà per la prossima, grazie.
Il giorno successivo ripartiamo, direzione Ivalo: dopo circa un’ora e mezzo atterriamo in un minuscolo aeroporto immerso nel nulla e dopo aver ritirato i bagagli ci dirigiamo fuori, dove ad aspettarci in mezzo al buio c’è un camioncino dell’Hotel e altre 2 o 3 auto di altre strutture. Non c’è un taxi, né un autobus, né un bar, né niente. Solo buio, freddo e per fortuna il nostro transfer.
Ci incamminiamo con questo furgoncino che corre come un pazzo in mezzo alla grande foresta e incontriamo solo un’auto ogni 10 minuti e poco altro. Forse mia mamma proprio tutti i torti non ce l’aveva, penso. Comunque arriviamo. Una grande baita in legno piena di luci di Natale, meravigliosa, da togliere il fiato. Sembra una grande casa di Babbo Natale.
Appoggiate all’esterno tante slitte di legno, che capiremo presto a cosa servono. Entriamo per il check in ed un ragazzo dalla dubbia sanità mentale (sapete che la Finlandia è uno dei paesi con il più alto tasso di suicidi, vero?) ci consegna: una mappa, una chiave, una torcia. Segna con una “X” sulla mappa il nostro igloo in vetro e ci dice che possiamo prendere una delle slitte presenti fuori per trasportare i nostri bagagli. Siamo stanchi, è sera tardi e questa cosa non me l’aspettavo, ma a vincere è l’emozione: la prima notte (e solo quella, visto quanto costa) la trascorreremo nei famosi igloo di vetro, incredibili da togliere il fiato. Il Kakslauttanen Arctic Resort è completamente immerso nella natura più incontaminata, non ci sono luci artificiali se non quelle della struttura principale in cui abbiamo fatto il check in. Non ci sono rumori se non quelli della natura. Una struttura completamente rispettosa del luogo che la accoglie, per questo per muoverti hai bisogno della torcia e non solo di notte, visto che lì è sempre buio.
La notte nell’igloo di vetro
Carichiamo Elia e i bagagli in due slitte e ci incamminiamo alla ricerca del nostro igloo. – 20°C e davanti a noi solo un infinito manto bianco. Gli spettacoli più grandi vanno scovati, guadagnati, meritati. Dopo una ventina di minuti di cammino e silenzio, silenzio e cammino eccoci: una grande cupola in vetro trasparente con una minuscola porta in legno. Al suo interno, un delizioso letto matrimoniale e un piccolissimo bagno. Un nido stupendo e caldissimo: ci buttiamo sul letto tutti e tre e, sopra di noi, lo spettacolo del cielo più blu che abbia mai visto, illuminato dalle stelle più brillanti che abbia mai ammirato. Di questa notte nell’igloo di vetro potete leggere di più in un blog post che avevo scritto allora per Fraintesa: lo trovate qui, insieme a tante belle foto.
Le restanti 4 notti le abbiamo trascorse sempre al kakslauttanen, ma nelle classiche baite: deliziose baite in legno immerse nel bosco innevato, con una piccola cucina, letti in legno e, ovviamente, la sauna. Sauna che andrebbe fatta per poi buttarsi nella neve gelata, dicono che faccia molto bene. Io comunque mi trovo bene anche senza per ora. Andrea invece ha voluto provarla, così ho anche rischiato di tornare a casa senza marito.
I 4 giorni al kasklauttanen sono trascorsi tra passeggiate nella neve alla scoperta dell’incontaminato e incredibili escursioni organizzate: un’ora di calma pura ammirazione della della natura sulle slitte trainate dalle renne, un’incredibile corsa attraverso uno stupendo parco naturale sulla slitta trainata dagli Husky e l’immancabile visita alla casa di Babbo Natale.
Di tutte le escursioni vi parlo meglio qui.
Lapponia finlandese a dicembre: cosa portare
Ovviamente prima di partire abbiamo dovuto acquistare un po’ di cose necessarie per affrontare il freddo artico, ma vi rassicuro subito: non c’è bisogno di spendere una fortuna e quello che si può trovare da Dechatlon è sufficiente. In Lapponia finlandese, a inizio dicembre quando siamo andati noi, le temperature oscillano tra i -10°C ed i -20°C e sono destinate a scendere ancora tra la fine di dicembre e gennaio. Si tratta però di un freddo asciutto, secco, sopportabile se adeguatamente attrezzati. La cosa positiva è che per una volta fare le valigie è stato semplice e non ho dovuto pensare a cosa portare di carino, per il giorno, per la sera, i vari abbinamenti, le borse ecc. Lì stai dalla mattina alla sera in tuta da sci e scarponi. Fine.
Ma quindi, come vestirsi? Così:
- Un primo strato di intimo lungo termico: calzamaglia e maglia a maniche lunghe
- Un secondo strato in pile o felpa: pantaloni e maglia in pile
- Un terzo strato: tuta da sci
- Due paia di calzettoni: uno termico e uno in lana
- Dopo sci pesanti e soprattutto super impermeabili
- Soletta termica
- Sottoguanti e guanti
- Sciarpa
- Cappello di lana o imbottito con il pelo
- Consigliato anche il passamontagna
Ecco, noi andavamo in giro vestiti così, mentre nei luoghi chiusi, quindi nella nostra baita o al ristorante, è sempre molto caldo, tipo che se non ti sbrighi a spogliarti e levarti tutta quella roba di dosso ti viene un infarto.
Durante le escursioni, poi, ad esempio durante il giro in slitta, gli organizzatori forniscono un’ulteriore tuta termica da infilare come quarto strato sopra a tutti quelli già elencati e pellicce di renna per coprirsi.
Lapponia finlandese a dicembre: vedere l’aurora boreale
Nella Lapponia finlandese l’aurora boreale è visibile da fine agosto a fine aprile. Questo non significa, però, che sia così facile vederla: devono verificarsi una serie di circostanze contemporaneamente: deve essere completamente buio, il cielo deve essere sereno e le temperature molto basse (almeno -20°C).
Noi ce l’abbiamo fatta. L’ultima notte, dopo l’escursione con gli Husky. Quel giorno le temperature si erano notevolmente abbassate e dopo giorni di nevicate il cielo era tornato limpido. Eravamo nella nostra baita, sui nostri letti di legno, in pigiama: Elia dormiva già e noi stavamo per farlo. Andrea si affaccia alla piccola finestra e esclama: “Vestiti, vedo una luce strana! Corri!” (come fosse un’operazione semplice infilarsi tutta quella roba necessaria a non congelare). Ci infiliamo tutta la suddetta roba rischiando di morire soffocati nel tempo che, già vestiti, ci occupiamo di vestire anche Elia addormentato e non collaborante. Lo vestiamo con 15 strati di roba, lo infiliamo nel saccotto imbottito del passeggino e lo portiamo in braccio così. Ci incamminiamo nel bosco per raggiungere un punto ancora più buio e con la visuale non coperta dagli alberi e vediamo che ci sono diverse persone appostate e in attesa, con grandi attrezzature per fare foto e video a quello spettacolo. Noi un misero cellulare e no, non abbiamo una foto che possa testimoniarlo. Ma abbiamo visto l’aurora boreale: il cielo nero brillante si fa verde, pervaso come da onde in movimento. Un verde intenso mai visto prima, dei colori che non credo esistano qui. Non abbiamo una foto che possa testimoniarlo, ma ce l’abbiamo impressa nelle nostre menti quell’immagine e quell’emozione, il fiato che manca davanti all’immensità della natura. Ancora una volta in silenzio, abbracciati, ad ammirare la magia.